giovedì 8 settembre 2016

La fedeltà e la discrezione del personale amministrativo sono essenziali per l'imprenditore di successo

Tra i vari argomenti fin qui affrontati ha spesso trovato posto la trattazione particolareggiata di vari comportamenti il cui assiduo esercizio contribuisce validamente alla distruzione di una ditta tessile; professare un profondo disprezzo per i fornitori, garantire la mancanza di qualsiasi controllo sui costi di produzione, praticare il dileggio di maestranze e collaboratori e gestire il magazzino in una maniera che è eufemistico definire criminale.
Tutto questo, ovviamente, non è sufficiente a garantire il risultato. Un distruttore coscienzioso cercherà dunque di reperire complici in mezzo al personale, pagandone complicità e silenzio e rendendolo compartecipe da ogni punto di vista delle proprie scriteriate scelte. In particolare curerà con solerzia il reparto amministrazione, che più degli altri è per forza di cose a conoscenza di mascalzonate, tresche e furberie di ogni sorta.
Il colpo di fulmine tra Nerino Lanucci e Gianna Patrizi scoccò circa dieci anni prima dei fatti narrati, prima della repentina fine del Lanucci e della successiva scomparsa dell'azienda di cui era stato estroso ed incosciente padrone. All'epoca Nerino già spadroneggiava in Bellestoffe Tela e da tempo era considerato esasperante da molti soci e sinceramente odiato dalle maestranze. I primi avevano già capito di che elemento si trattasse e lo sopportavano perché il mercato tirava senza limiti e quello sembrava capace di vendere i classici frigoriferi agli eschimesi. Le seconde appena potevano davano le dimissioni ed abbandonavano Bellestoffe Tela col suo grottesco omùncolo-immagine e presunto genio commerciale.
Gianna Patrizi invece era un'oscura ma giovane (e sveltissima) impiegata della Datumstoff.
Nerino ebbe la costruttiva idea di portarsela dietro in un viaggio di "lavoro" in Pakistan, che comprendeva una tappa finale alle Seychelles piuttosto curiosa se pensiamo che i principali snodi pakistani sono tranquillamente raggiungibili con rotte ben più brevi e facendo scalo in località molto meno esotiche. Gli ultimi giorni di questo viaggio prolungato per sapiente caso servirono a Nerino per comprare per l'eternità la fedeltà personale di Gianna Patrizi, che da quel momento in poi avrebbe assecondato le sue nequizie e le sue ruberie; date le sue mansioni si sarebbe comportata come una delatrice ideale in ogni circostanza.
Chi ha letto "L'importante nella vita è farsi strada" ha trovato nelle prime righe una sommaria descrizione dell'aspetto fisico e dei comportamenti di Nerino Lanucci ed ha così un'idea di una parte dei compiti che Gianna Patrizi fu lieta di addossarsi, oltre che della loro natura. Insomma, i due finirono subito per abbandonarsi ad aperte fornicazioni sulla spiaggia, in bar e ristoranti in un posto magnifico e lontano da sguardi indiscreti.
O così credevano.
Non avevano messo in conto il fatto che il mondo è piccolo, praticamente un lavandino, e che di questi tempi non si sa mai chi si può incontrare, e dove.
Sfortuna volle che un tale residente in una città non troppo lontana da Campo ed in ottimi rapporti col cognato di Nerino fosse in vacanza proprio da quelle parti. Gaspare Melchiorri apprese divertito della tresca praticamente in diretta, roba che nemmeno le partite di calcio.
Il suo conoscente non omise alcun pornoparticolare.
Nerino e Gianna erano ancora sull'aereo che tutta Campo sapeva della cosa.
Tutta Campo, ovviamente, meno forse la moglie di Nerino, che almeno nel corso dei dieci anni successivi -e si tratta solo delle vicende note a chi scrive- avrebbe avuto a sopportarne anche di peggiori.

Il nuovo ruolo di Gianna Patrizi era senza dubbio ben remunerato, ma anche gravido di responsabilità: consisteva nel tenere d'occhio i consoci e soprattutto nel mascherare ammanchi e ruberie con una faccia tosta imperturbabile. Il rimanente del reparto amministrazione, allora per intero controllato dalla Datumstoff, non le lesinò silenti espressioni di disapprovazione e di biasimo e la marginalizzò abbastanza rapidamente. Le sue assenze pomeridiane del venerdi divennero abituali e solitamente commentate con sorrisetti ed allusioni.
Alcuni anni più tardi la Datumstoff venne chiusa ed il personale assorbito dalle altre ditte del gruppo.
I Padri Fondatori non avevano alcuna intenzione di ritrovarsi nuovamente Gianna Patrizi tra i piedi: ne aveva coperte e combinate troppe ed era l'occasione giusta per congedarla una volta per tutte.
Nerino fu veloce ad offrirle un ruolo nella Bellestoffe Tela; gli altri soci, Padri Fondatori compresi, non poterono far altro che ingoiare il rospo.
Cacciata dalla porta e rientrata dalla finestra, Gianna Patrizi non mancherà di corrispondere, negli anni a venire, la fiducia accordatale.

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